
Gli ultimi raggi di sole penetrano tra il fogliame. Giusto in tempo per illuminare la scia del più grande roditore del nostro paese. Giocando con la corrente, il castoro avanza fino ad un albero sradicato accanto al quale mi sono appostato. Incurante della mia presenza, si tuffa e torna in superficie alcuni secondi più tardi con la prima portata della sua cena: un pezzo di corteccia di una decina di centimetri. Il sole se ne è andato, le ombre si allungano, lui rosicchia rumorosamente.
Scivolo via pure io. Come il tempo. Come l’acqua…